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#Mesagne: il mistero del tratto scomparso della Via #Appia antica

· Italia,Archeologia

E' possibile perdere memoria di una strada, di un monumento o addirittura di una città?

All'apparenza sembrerebbe impossibile, ma quando l'uomo abbandona i suoi insediamenti il tempo cancella le tracce delle opere umane, e senza una tradizione mantenuta viva anche l'uomo dimentica letteralmente il proprio passato.

Sto facendo questa riflessione perché ho visitato il castello normanno-svevo di Mesagne, un comune salentino vino a Brindisi, e nel corso della visita ci è stato spiegato che Mesagne sorge in prossimità della via Appia antica, della quale però non si sa esattamente dove sia il tracciato originale.

Insomma, stiamo parlando della via Appia, quella che i romani chiamavano "regina viarum", che fu luogo di fatti storici come la la crocifissione dei ribelli di Spartaco, la fuga di Pompeo, che scappando da Cesare arrivò a Brindisi e si imbarcò per l'Illiria. Successivamente anche Cesare percorse la via Appia a tappe forzate e raggiunse Pompeo proprio passando da qui...

Come è dunque possibile smarrire il tracciato di una via come questa?

E' come se venisse dimenticato il tracciato della A4...

Ma andiamo con ordine...

Mesagne e il suo castello

Mesagne è un incantevole comune salentino vicino a Brindisi.

Il suo centro storico è un gioiello barocco racchiuso in una cerchia di mura il cui tracciato ha una curiosa forma di cuore.

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La costruzione del castello di Mesagne risale al XI secolo, nel periodo bizantino.

La visita guidata ci ha rivelato uno splendido castello normanno, con tutti gli ambienti visitabili e numerose sale museali dedicate ai reperti messapici, greci e romani trovati nella zona.

Castello di Mesagne: il torrione normanno, a pianta quadrangolare
Castello di Mesagne: reperti greci e messappici

Mesagne infatti venne fondata dai Messapi nel VI secolo a.C., successivamente divenne crocevia per i coloni greci e poi per i Romani, che colonizzarono questa zona con la fondazione della località di Scamnum.

Proprio visitando la sala del castello dedicata ai reperti romani ho notato questo dettaglio: nella zona oggi chiamata di Muro Tenente (che prende il nome da due masserie ai margini del sito archeologico, Masseria Muro e Masseria Tenente alle porte di Mesagne), tra Latiano e Mesagne, sorge un sito archeologico di epoca messapica; lì sono state ritrovate alcune monete romane.

Queste monete sembrano essere un indizio che permette di identificare l'area di Muro Tenente come la località di Scamnum (in latino "banco"), proprio una delle statio sulla Via Appia.

Castello di Mesagne: monete romane rinvenute nella zona di Muro Tenente

Quindi in prossimità al sito archeologico di Muro Tenente passava la Via Appia, della quale però il tracciato originale è considerato "perduto", dimenticato ( https://www.murotenente.org/it/via-appia.html)

Del resto ci sono altre aree archeologiche a Mesagne, attigue al castello, con costruzioni di epoca romana che lasciano supporre che Mesagne sorgesse su una importante via di transito, forse proprio la Via Appia.

Area archeologica nel centro di Mesagne, attigua al castello

Area archeologica nel centro di Mesagne, attigua al castello

Il tratto scomparso della Via Appia antica

Martin Mustere, (C) Bonelli editore

Tutto molto bello, ma finora solo congetture...

Una domanda nasce spontanea: dove è finita davvero la Via Appia antica?

Affascinato dall'enigma, ho quindi sguinzagliato il "Martin Mystere detective dell'impossibile" che è in me ed ho svolto alcune ricerche, per scoprire alcuni fatti interessanti, che riordino di seguito:

1. Esiste un'antica mappa che riporta le strada imperiali, laTabula Peutingeriana, anche chiamata Codex Vindobonensis, che è conservata a Vienna (è in realtà una copia del XII secolo dell'originale romano, andato perduto).

Su questa mappa è riportato tutto lo "stradario" dell' Impero Romano tra il I e il III secolo: circa 200.000 km di strade e oltre 500 città.

Ecco la mappa, nel dettaglio riguardate il sud della penisola Italiana (la zona che ci interessa, quella di Brindisi, è sulla sinistra):

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(vi invito a consultare il link di Wikipedia per ammirare la mappa nel suo complesso... mi perderei per ore e ore a cercare di interpretarla ed individuare città e strade che conosco...) 

2. Dunque su questa mappa è indicata la località di Scamnum come statio sulla strada per Brundisium (Brindisi). 

3. Il sito straderomane.it riporta che da Oria verso Brindisi "per strade minori, ma rettilinee, si riesce a seguire il probabile percorso della via Appia attraversando antiche località messapiche (...) La statio Scamnum si trovava probabilmente in località Masseria Muro." (Link)

 4. Secondo gli storici però questa località era già praticamente deserta nel IV secolo, ridotta semplicemente ad una stazione di cambio e riposo dei cavalli.

Quindi già nel IV secolo era iniziato il processo di abbandono della zona, con conseguente deterioramento della manutenzione della strada.

"Nel 334 d.C. la statio di Scamnum appariva in condizioni di quasi abbandono al Pellegrino di Bordeaux, ridotta ad una semplice mutatio (luogo di cambio dei cavalli e riposo)" (link da pandosia.org)

Fu quindi in questo periodo, che il tracciato della Via Appia tra Oria e Mesagne venne dimenticato.

5. Per molto tempo è stata identificata la città di Scamnum con il sito archeologico messapico di Muro Tenente, ma c'è più di qualche dubbio in merito, perché il sito non ha restituito reperti direttamente connessi con questo, a parte le monete di cui sopra.

Ricostruzione del borgo di Scamnum (fonte murotenente.org)

Ricostruzione del borgo di Scamnum (fonte murotenente.org)

6. La stampa (link) però riporta la notizia che nel luglio di quest'anno sia stato trovato nella zona di Muro Tenente, attraverso lo scavo di una condotta elettrica da parte di ENEL una strada romana, che per le caratteristiche sembra essere proprio il tracciato della Via Appia, ad appena un centinaio di metri dal sito archeologico di Muro Tenente.

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Fonte: Il Nuovo Quotidiano di Puglia

Conclusione... per ora

L'ultima scoperta, casuale, sembra gettare un po' di luce sul mistero del tracciato della Via Appia antica.

Poiché sono necessarie numerose conferme, continua la ricerca della via scomparsa, ma finalmente sempre più vicino, come in un gioco "fuoco fuochino".

Da parte mia, questa piccola ricerca non ha finalità scientifiche o archeologiche, ma soltanto la soddisfazione di ricercare nel passato, che ha un fascino unico, quello del tempo e dei secoli.

Dove:

Mesagne

Italia

(C) 2019 testi e foto di Massimo Caliari