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Estate 2021, tredicesima (ed ultima) tappa:

#OTRANTO finis terrae

· TourItalia2021,Salento,Otranto,Italia,Travel

Il nostro tour dell'Italia da Nord a Sud termina ad Otranto, il punto più orientale d'Italia.

Un luogo carico di storia, con i suoi monumenti medievali, il ricordo degli 800 Santi Martiri trucidati dai Turchi, le tracce delle leggende del "ciclo bretone e dei cavalieri della tavola rotonda".

Otranto è il punto più ad est d'Italia, meritando quindi il titolo di "finis terrae": qui infatti finisce l'Italia, proiettandosi nell'Adriatico, guardando le coste della penisola balcanica.

Da Otranto si dice che, nei giorni particolarmente sereni e con vento di tramontana che rischiara l'aria, si possano scorgere le montagne dell'Albania, distante solo 70 km (per dovere di cronaca, a me personalmente non è mai capitato).

La fondazione di Otranto risale addirittura al paleolitico. Venne poi abitata dai Messapi, dai Greci, dai Romani, che la chiamarono Hydruntum, trasposizione in latino del nome greco.

(E' chiamata così anche sulla tavola Tabula Peutingeriana, che abbiamo già incontrato in questo post), 

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Il castello di Otranto

Otranto è caratterizzata dal bellissimo castello aragonese, costruito tra il 1485 e il 1498 da Alfonso di Aragona, che domina il borgo e si affaccia sul mare.

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Davvero imponenti i suoi bastioni, e suggestivo il panorama che si gode dai torrioni.

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Una curiosità interessante: il castello di Otranto è l'ambientazione del primo romanzo gotico, scritto da Horace Walpole nel 1764, intitolato appunto " The Castle of Otranto". 

Se vi dicessi che l'ho letto non ci credereste... ed invece l'ho letto da ragazzo.

(E' una storia un po' particolare, ambientazione lugubre, fantasmi, ritmi lenti e aneddoti fantastici e non credibili. Diciamo che oggi non sarebbe un best seller).

Il sacco di Otranto nel 1480

Il castello aragonese sostituì le fortificazioni sveve preesistenti, che evidentemente non erano così imponenti, dato che nel 1480 i Turchi Ottomani guidati da Gedik Ahmet Pascià, visir del sultano Maometto II, dopo un assedio durato 15 giorni, espugnarono la città e fecero strage della popolazione.

Il 14 agosto circa 800 prigionieri maschi furono decapitati per non aver voluto rinnegare la fede cristiana: si tratta dei Santi Martiri di Otranto.

I loro resti sono conservati in altissime teche di vetro nella cattedrale romanica, a testimonianza dell'estremo sacrificio a cui andarono incontro per non abiurare.

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Dietro l'altare della cappella dei martiri, si trova e si venera la roccia sulla quale vennero decapitati i Martiri.

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Le atrocità compiute dai Turchi, che uccisero oltre 7.000 persone nella presa di Otranto, ebbero grande eco nelle corti europee (che però avevano lasciato Otranto da sola durante l'assedio), che guidate dal re di Aragona ricacciarono i Turchi nel 1481.

Il mosaico di Pantaleone, le tracce di Re Artù

Nella cattedrale di Otranto, dedicata a Santa Maria Annunziata, rappresenta un bellissimo esempio del romanico pugliese.

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Al suo interno si trova una meravigliosa opera tipicamente medievale: un enorme mosaico che costituisce il pavimento delle tre navate.

Venne realizzato dal monaco Pantaleone tra il 1163 e 1165.

Si tratta di una enorme rappresentazione dell' "albero della vita" e della "Storia della Salvezza", una vera e propria catechesi visiva.

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Tra le numerose scene bibliche (Adamo ed Eva, Noè, la Torre di Babele), l'inferno ed il paradiso, si trovano anche numerose scene di fantasia, ed addirittura in una di esse è menzionato nientemeno che Re Artù.

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Ecco che ritorna in questa estate il mito di Camelot e della Spada nella Roccia, che avevamo già visto a San Galgano.

Che dire...

Che dire, Otranto offre davvero tantissimi spunti, paesaggi bellissimi, un centro storico medievale davvero ben tenuto, ed una atmosfera misteriosa.

Un posto magico, assolutamente da visitare! 

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Per approfondire:

Il mosaico della cattedrale: Mosaico di Otranto - Wikipedia

Il sacco di Otranto: Guerra di Otranto - Wikipedia

(C) 2022 testo, foto e video by Massimo Caliari